Francesco Antonio Zecca, imprenditore agricolo di origini napoletane, si trasferisce nelle fertili terre di Leverano.
Intensi scambi commerciali con Francia, Inghilterra, Svezia e Danimarca. In questo periodo, il Salento rappresenta la regione vitivinicola europea per eccellenza e l’esportazione di uva e vino sfuso è fra le principali risorse finanziarie del Regno borbonico.
Per il ruolo propulsivo svolto nello sviluppo del territorio, la famiglia Zecca da notabile diviene nobile nel giugno 1884, quando papa Leone XIII conferisce il titolo comitale a Giuseppe.
I figli di Giuseppe, Alcibiade e Giuseppa, sposano discendenti della casata ducale di Taurisano Lopez y Royo.
Alcibiade sperimenta i primi metodi di imbottigliamento e vengono prodotti i primi fiaschi di vino rosso denominati Saraceno, dall’omonima tenuta.
Il titolo nobiliare della famiglia Zecca viene riconosciuto dal Regno d’Italia.
Alcibiade fonda una moderna ed efficiente cantina a Leverano.
Giuseppe, figlio di Alcibiade, riforma il sistema di conduzione a colonìa, ammoderna la cantina e si dota di macchinari necessari alla gestione in proprio dell’intero ciclo produttivo. Nasce la prima etichetta di vino Conti Zecca: Donna Marzia.
Passaggio generazionale della direzione ai fratelli Zecca Alcibiade, Francesco, Luciano e Mario, attuali proprietari.